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Cassazione penale: tolleranza per gli sms sgraditi

Scritto da Romina Ridolfi

La Suprema Corte di Cassazione, a causa del numero elevato di denunce per gli abusi perpetrati con l'uso distorto dei telefonini, ritiene necessario affermare che si devono tollerare gli sms non graditi ricevuti sul proprio cellulare, purchè siano di modica quantità e non turbino la vita quotidiana.

Nella sentenza n. 18449 del 17 maggio 2005, infatti, è stata annullata senza rinvio la condanna a 500 Euro di ammenda inflitta ad una donna di trentasei anni che aveva inviato dal suo cellulare in sequenza due sms piuttosto sgradevoli ad una sua conoscente con la quale aveva litigato.

Processata dal Tribunale di Terracina (LT) con l'accusa di molestie telefoniche ex art. 660 cod. pen., l'imputata, contro il verdetto di merito emesso il 5 marzo 2004, si è rivolta alla Cassazione chiedendo l'assoluzione in quanto l'invio rapido di due sms ravvicinati non può ledere la tranquillità privata, mancando l'elemento della petulanza che caratterizza le molestie.

Questo punto di vista è stato condiviso dalla Corte, che ha giudicato fondato il ricorso.

In particolare la Cassazione spiega che "la condotta illecita che il giudice di merito ha considerato sorretta da valida prova risulta, invero, essersi esaurita nell'invio, in rapida sequenza, di due messaggi di contenuto ingiurioso che, anche per le modalità della forma di comunicazione prescelta e per l'ora diurna in cui l'imputata agì, non appaiono idonei a ledere il bene giuridico della privata tranquillità, ma soltanto quello dell'onore personale".

Per maggior chiarezza la Corte Suprema aggiunge che il requisito della petulanza è "per sua natura integrato dalla protratta reiterazione e serialità della condotta illecita", quindi non è "certo ravvisabile nell'invio di due soli messaggi, da valutarsi alla stregua di una comunicazione sostanzialmente unitaria" quando sono divisi da un brevissimo intervallo di tempo.

Con questo verdetto, pertanto, la Suprema Corte ha inaugurato una straordinaria e discutibile depenalizzazione degli sms non graditi di tipo sporadico, considerando meritevoli di querela soltanto quelli ingiuriosi e quindi lesivi dell'onore personale.

Un parere più severo era stato espresso dalla stessa Corte nella sentenza n. 28680/04, in cui gli sms sgraditi non solo erano stati equiparati alle chiamate via cavo, ma anzi, a causa della difficoltà dell'identificazione del mittente, erano stati considerati forme di persecuzione ancora più insidiose di altre.

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