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Operazione telecom italia - seat pagine gialle.

Scritto da Carmine Gravina

Spunti di riflessione sul libro verde sulla "convergenza tra i settori delle telecomunicazioni, dell'audiovisivo e delle tecnologie dell'informazione e sulle sue implicazioni normative".

1. INTRODUZIONE

Ampio risalto è stato dato nelle ultime settimane alle intese preliminari raggiunte da TELECOM Italia e SEAT-Pagine Gialle, finalizzate alla realizzazione dell'ambizioso progetto industriale di integrazione delle attività di TIN.IT con quelle di SEAT - Pagine Gialle.
L'operazione, stando a quanto contenuto nei comunicati-stampa diffusi in questi giorni, dovrebbe consistere nella iniziale acquisizione, da parte di TELECOM Italia, di una quota di partecipazione (pari ad un massimo del 29.9%) del capitale ordinario di SEAT - Pagine Gialle ad un prezzo pari a 4.5 Euro per singola azione. A tale acquisizione dovrebbe far seguito la vera e propria integrazione tra TIN.IT e SEAT - Pagine Gialle, attraverso modalità che sono ancora in corso di definizione.
Per quanto attiene ai termini giuridico-economici dell'operazione, nel comunicato stampa TELECOM dell'11 febbraio 2000, emesso in replica alle richieste di informazioni formulate in pari data dalla C.O.N.S.O.B., si è appreso che l'acquisizione della quota del 29.9% potrebbe avvenire attraverso l'acquisto di azioni ordinarie SEAT detenute dall'attuale azionista di controllo HUIT II S.A., ovvero attraverso l'acquisto di azioni incrementative della propria partecipazione in HUIT S.A. (società che possiede HUIT II S.A.), ovvero, infine, attraverso l'acquisto da HUIT S.A. di partecipazioni in HUIT II S.A.. Quanto, invece, alla successiva integrazione di TIN.IT in SEAT - Pagine Gialle, essa dovrebbe perfezionarsi attraverso lo scorporo di TIN.IT in società di nuova costituzione o preesistente e nella successiva fusione per incorporazione in SEAT, ovvero attraverso un conferimento diretto del ramo d'azienda TIN.IT a SEAT - Pagine Gialle.
Ad ogni modo, a prescindere dai profili più strettamente tecnico-operativi, ciò che più interessa è il fatto che all'esito di tale operazione sarebbe costituito il principale operatore italiano nel settore della c.d. e-economy, capace di confrontarsi con i più agguerriti concorrenti europei.
I numeri coinvolti nella operazione parlano chiaro.
Tin.it è il primo Internet Service Provider italiano: con i suoi 2.500.000 abbonati è leader di mercato nell'uso di e-mail (2.500.000 al giorno) e secondo portale di accesso italiano, secondo solo a 'Virgilio.it'. Non solo, esso dispone delle avanzate piattaforme tecnologiche e delle infrastrutture nazionali ed internazionali proprie della rete TELECOM Italia, con la possibilità di estendere le medesime potenzialità anche al settore della telefonia mobile (attraverso Telecom Italia Mobile). Né può trascurarsi il fatto che nell'ambito del Gruppo TELECOM figurino, tra le altre, società quali TELESPAZIO (leader nel settore delle telecomunicazioni satellitari), TELEMEDIA INTERNATIONAL (operante nei mercati Latino-Americani e dell'Estremo Oriente), ITALTEL (partner dei maggiori operatori mondiali di TLC nella progettazione e sviluppo di tecnologie di frontiera) e, ancora, STREAM (operante nel settore della televisione digitale a pagamento - pay per view).
Il Gruppo SEAT - Pagine Gialle, invece, è il primo operatore europeo nel settore dell'editoria telefonica. Esso raggiunge all'incirca 22 milioni di famiglie e 3 milioni di operatori economici. Ma ciò che più conta è che essa è anche una rilevante produttrice di servizi e contenuti: a prescindere dall'opas lanciata sul Gruppo Buffetti (con i suoi 1.200 punti vendita), la SEAT-Pagine Gialle raccoglie sul proprio sito web oltre il 70% della pubblicità per Internet. A ciò si aggiunga la proprietà di VIRGILIO che, come detto, risulta essere il portale italiano più visitato con oltre 100 milioni di pageview/mese. Figura inoltre tra gli obiettivi industriali di breve periodo del Gruppo quello di arrivare a costituire per le aziende di piccole e medie dimensioni il principale veicolo di promozione delle proprie attività economiche. Ed è proprio in questa direzione che sono stati istituiti il nuovo servizio telefonico 'Pronto Pagine Gialle' e quello on-line 'Pagine Bianche'.
Il risultato della integrazione Tin.it - SEAT, dunque, comporterà la sinergia e la fusione dei rilevanti poteri di mercato acquisiti dal principale distributore di tecnologie (tin.it) orientato per lo più al mercato dei consumatori, con un importante fornitore di servizi e contenuti, orientato a sua volta più al mercato delle imprese (SEAT). Ed anzi, a ben vedere, è proprio a questo settore di mercato che il Gruppo TELECOM risulta essere maggiormente interessata, ove si consideri che le nuove tecnologie in fase di sviluppo (per es. la piattaforma ASDL), seppure più idonee a garantire una maggiore velocità di trasmissione ed affidabilità, sono molto più costose e come tali debbono essere rivolte in prevalenza agli operatori economici, non già al singolo consumatore.
Del resto, non può dimenticarsi che attualmente l' e-commerce, nella sua duplice forma del business to consumer e del business to business, rappresenta uno dei settori di mercato più promettenti e dinamici, sul quale si stanno giocando interessi economici di primario rilievo.

2. IL 'LIBRO VERDE SULLA CONVERGENZA TRA I SETTORI DELLE TELECOMUNICAZIONI, DELL'AUDIOVISIVO E DELLE TECNOLOGIE DELL'INFORMAZIONE E SULLE SUE IMPLICAZIONI NORMATIVE'.

2.1. NOZIONE DI 'CONVERGENZA'.
L'operazione TELECOM - SEAT, dunque, si pone perfettamente in linea con le analisi e le tendenze economico-finanziarie indicate all'interno del 'Libro Verde sulla Convergenza tra i settori delle telecomunicazioni, dell'audiovisivo e delle tecnologie dell'informazione e sulle sue implicazioni normative' pubblicato dalla Commissione Europea in data 3 dicembre 1997.
La pubblicazione del Libro Verde trae spunto dalla fondamentale esigenza di esaminare e di approntare un sistema normativo omogeneo capace di far fronte al c.d. fenomeno della Convergenza tra i settori sopra indicati. E ciò al fine di permettere all'U.E. ed ai singoli Stati Membri di non rimanere impreparati di fronte alle nuove istanze poste dal progresso tecnologico ma, al contrario, di coglierne e sfruttarne a pieno tutte le potenzialità.
Occorre pertanto fare riferimento innanzitutto alla nozione di 'Convergenza'. A tale proposito v'è da dire che la Commissione ha accolto una duplice accezione: la prima, di natura squisitamente tecnica, corrisponde alla 'capacità di differenti piattaforme di rete di gestire servizi di tipo fondamentalmente simile'; la seconda, invece, di più immediata evidenza, corrisponde alla 'unificazione di apparecchiature di largo consumo' (ad esempio telefono, televisione e computer).
Ad ogni modo, per una migliore comprensione del fenomeno sottostante, non può non farsi riferimento ad una premessa fondamentale: è un dato di immediata evidenza il fatto che l'avvento della tecnologia digitale abbia completamente rivoluzionato le tradizionali ripartizioni tra le singole attività economiche e conseguentemente stimolato i singoli operatori a fornire prodotti e servizi del tutto innovativi, che si pongono al di fuori delle tradizionali classificazioni. Questa sempre più evidente tendenza del mercato si sviluppa attraverso due fasi fondamentali. La prima è quella della c.d. 'Convergenza tecnologica', attraverso la quale si verifica un ricorso diffuso alle piattaforme digitali per lo sviluppo di servizi sempre più simili in settori tradizionalmente distinti. La seconda, invece, è quella della c.d. 'Convergenza industriale', strettamente connessa alla prima, e consistente nella tendenza delle imprese ad occupare settori di mercato nuovi e tradizionalmente riservati ad operatori di natura diversa.

2.2. LA 'CONVERGENZA TECNOLOGICA'.
Per quanto attiene alla Convergenza tecnologica appare opportuno, per una più agevole comprensione del fenomeno, analizzare le tendenze di mercato delineatesi in concreto nell'ultimo periodo.
A tale proposito, allora, si assiste da una parte ad una generale tendenza di tutti gli operatori economici ad accedere alla rete Internet per fornire a domicilio i propri servizi. E ciò anche in settori una volta impensabili. Si pensi, ad esempio, alle operazioni di telebanca e di investimenti finanziari on-line, alla editoria elettronica, alla vendita di prodotti turistici nonché alle trasmissioni radiofoniche ed audiovisive sul w.w.w., alle comunicazioni vocali via Internet, all'accesso alla rete a mezzo della telefonia cellulare.
Dall'altra, è possibile evidenziare la ulteriore fondamentale tendenza degli operatori economici a sfruttare la tecnologia digitale per fornire servizi che potremmo definire di natura incrociata, i quali si pongono spesso al di fuori dei propri settori di specializzazione. Ciò che accade, ad esempio, nel settore televisivo, in cui accanto alle tradizionali trasmissioni prolifera l'offerta di servizi di dati e di informazione, ovvero di servizi di telecomunicazione attraverso la dotazione di modem per l'accesso ad Internet a velocità più elevate ovvero, in alcuni Stati Membri, la telefonia vocale. Si pensi, ancora, al significativo sviluppo di canali tematici, delle pay-tv e delle pay-per-view, che tendono a svolgere un ruolo di potenziali antagonisti dell'industria cinematografica.
Gli esempi fin qui indicati permettono innanzitutto di dare un senso alla nozione generale di convergenza tecnologica, consistente appunto nella 'capacità di differenti piattaforme di rete di gestire servizi di tipo fondamentalmente simile' ovvero, nella 'unificazione di apparecchiature di largo consumo'. Detti esempi, inoltre, evidenziano in modo chiaro ed inequivocabile l'impossibilità di individuare una separazione, fino a qualche anno fa ben precisa, tra i singoli settori della c.d. 'catena di valore' (composta da una pluralità di fasi che dalla 'creazione del contenuto', attraverso la fase della 'presentazione del servizio e del contenuto', della 'fornitura del servizio' e della 'fornitura delle infrastrutture', arriva alla 'vendita e distribuzione finale' del servizio o contenuto al consumatore).

2.3. LA 'CONVERGENZA INDUSTRIALE'.
Si può dire, allora, che la convergenza tecnologica, a seguito dell'avvento e della enorme diffusione delle piattaformi digitali, tenda a stimolare in modo rilevante anche il conseguente fenomeno della convergenza industriale, per effetto del quale le aziende, un tempo rigidamente settorializzate, iniziano ad essere presenti in uno o più anelli della catena di valore, così come sopra indicati. Ciò che avviene concretamente attraverso alleanze, joint-ventures e fusioni che permettono ai partners coinvolti di beneficiare delle reciproche esperienze tecniche e commerciali, al fine di meglio sfruttare i mercati attuali e cogliere le opportunità di quelli futuri ed in espansione. Non è un caso, del resto, che oltre il 15% del valore totale delle fusioni ed acquisizioni realizzate nel 1996 a livello mondiale abbiano interessato esclusivamente gruppi industriali operanti nel settore dell'informazione e della telecomunicazione (per un complessivo valore di più di mille miliardi di dollari) ovvero che le fusioni più rilevanti in termini finanziari mai realizzate in tutti i tempi interessino proprio tali settori (AOL-TIME WARNER per 181,8 miliardi di dollari, VODAFONE-MANNESMANN per 137 miliardi di dollari, MCIWORLDCOM-SPRINT per 129 miliardi di dollari ).
Alleanze, fusioni, acquisizioni e joint-ventures sono dunque gli strumenti tecnici utilizzati per realizzare la convergenza industriale sulla spinta della convergenza tecnologica. A fronte della multiformità di tali operazioni e delle esigenze finanziarie dei singoli casi, è possibile individuare due tipologie fondamentali di operazioni:
A. fusioni e alleanze orizzontali, mediante le quali i partners coinvolti, essendo collocati nello stesso anello della catena di valore ed unendo i rispettivi potenziali e know-how, intendono acquisire un maggiore potere nel proprio settore di riferimento e realizzare in tal modo economie di scala, ovvero ripartire gli elevati costi delle nuove tecnologie digitali ovvero, ancora, attuare un processo di internazionalizzazione;
B. fusioni e alleanze verticali, mediante le quali i partners coinvolti, collocati in anelli diversi della scala di valore, intendono diversificare le proprie attività ed accedere a nuove specializzazioni, ovvero far fronte ad una domanda incerta, acquisire il controllo dei canali di distribuzione al consumatore, riposizionarsi in punti della catena di valore a più alto margine, battere i gruppi operanti in settori di mercato collegati e concorrenti.
La fusione AOL - TIME WARNER così come l'operazione TELECOM Italia - SEAT Pagine Gialle (fatte le debite proporzioni), sono tipici esempi di integrazione verticale, per effetto delle quali vengono ad esistenza gruppi industriali capaci di coprire autonomamente l'intera catena di valore, dalla produzione del contenuto alla distribuzione finale, senza necessità di ricorrere ad operatori esterni. Le conseguenze economiche di tali operazioni sono ovvie ed evidenti.

3. IMPLICAZIONI GIURIDICHE E NORMATIVE DELLA CONVERGENZA TECNOLOGICA ED INDUSTRIALE.
Fatta questa necessaria premessa sulle tendenziali linee di sviluppo del mercato delineatesi per effetto della spinta della nuova tecnologia digitale, il Libro Verde si pone l'obiettivo di analizzare le implicazioni giuridiche connesse ai processi in atto.
3.1 POLITICA DELLA CONCORRENZA E TUTELA DELLA COMPETITIVITÀ DEI MERCATI.
A tale proposito, allora, il primo fondamentale problema posto dalla convergenza industriale e dalle alleanze sopra descritte è proprio quello di valutare gli effetti che tali operazioni possano avere sul mercato comune. Il riferimento è, ovviamente, alla normativa antitrust ed a tale proposito il Libro Verde delinea quella che sarà la politica futura che la Commissione intende adottare. Il discrimen è la capacità degli accordi e delle alleanze di incoraggiare il progresso tecnico e l'ingresso di nuovi operatori nel mercato. In questa ottica, infatti, la Commissione ha approvato, dopo alcune modifiche, le fusioni BT - MCI e GlobalOne, mentre si è opposta agli accordi MSG - Nordic Satellite, ritenendo che 'la posizione degli operatori nei mercati convergenti e la posizione che avrebbero verosimilmente occupato in futuro erano tali da poter condurre alla chiusura dei mercati, e di conseguenza a una tariffazione probabilmente troppo elevata e a una perdita di innovazione e diversificazione dei prodotti'.
Ad ogni modo, il profilo della politica della concorrenza implica problematiche connesse alla vigilanza da parte della Commissione sui mercati e sulle operazioni di convergenza industriale, nel rispetto ed applicazione di una normativa ormai già esistente e perfetta.

3.2 POLITICA NORMATIVA.
Ben più complessa ed articolata è, invece, la problematica relativa agli sviluppi della normativa comune atta a disciplinare e stimolare in modo coerente e produttivo i fenomeni fin qui descritti.
Non si può trascurare, infatti, che la convergenza tecnologica ed industriale rappresentino un elemento trainante dei nuovi scenari economici e come tale debbano essere assecondate e sviluppate onde permettere a tutti gli Stati Membri dell' U.E. di essere competitivi a livello mondiale, senza subire la supremazia delle potenze transoceaniche.
Il Libro Verde si occupa, dunque, di tale delicato problema de jure condendo, individuando una pluralità di obiettivi primari, consistenti innanzitutto nella individuazione delle barriere normative attualmente esistenti che rappresentano un ostacolo allo sviluppo della convergenza, ed individuando al contempo delle politiche normative da adottare nel prossimo futuro a livello comunitario. In entrambi i casi, ovviamente, tenendo conto degli obiettivi primari del Trattato CEE (quali la realizzazione ed il funzionamento del Mercato Comune, la promozione di un sistema di concorrenza non distorto, la realizzazione di reti transeuropee, la salvaguardia di un alto livello di protezione dei consumatori), nonché delle specifiche libertà in esso previste (libertà di fornire servizi ovvero il diritto di stabilimento).
A. barriere attuali e potenziali alla Convergenza.
Tra le principali barriere attualmente esistenti sono state individuate nel Libro Verde quelle relative alle:
- restrizioni normative sull'accesso degli operatori alle reti e sull'uso delle infrastrutture, capaci di limitare lo sviluppo della concorrenza soprattutto nei casi in cui tali restrizioni determinino monopoli o oligopoli;
- costi dei servizi di telecomunicazioni;
- inefficiente protezione dei diritti di proprietà intellettuale, in relazione alla quale è stato precisato dalla Commissione l'essenzialità di un'adeguata rete di protezione normativa ove si voglia stimolare gli operatori economici ed i fornitori di contenuto a diffondere i materiali in proprio possesso.
Quanto, invece, alle barriere potenziali, quelle più significative indicate nel Libro Verde possono essere individuate nella:
- incertezza normativa rispetto al fenomeno della convergenza, con la conseguenza che, a fronte degli sviluppi sopra menzionati, nei singoli Stati Membri si possa arrivare a disciplinare in modo disomogeneo situazione e servizi identici;
- esistenza di una pluralità di organismi di regolamentazione all'interno dei singoli Stati Membri, con differenti procedure di autorizzazione o accesso alle reti o servizi, capaci ex se di ostacolare la realizzazione di un mercato effettivamente unico.
B. linee programmatiche della politica normativa a livello comunitario.
La necessità di adeguare le attuali reti normative al dinamico fenomeno della Convergenza è resa evidente da un esempio pratico verificatosi in Francia durante l'ultima campagna elettorale del '97. In quell'occasione il divieto di diffondere sondaggi di opinione circa le preferenze di voto durante la settimana precedente le elezioni fu praticamente eluso attraverso la diffusione di tali sondaggi a mezzo di Internet. E ciò in quanto la normativa francese non aveva previsto la possibilità di diffusione on-line, limitandosi a prescrivere il divieto ai media off-line. L'esempio appena riferito, oltre a confermare la necessità di un adeguamento normativo alle nuove realtà emergenti, evidenzia anche l'opportunità di una normativa a livello comunitario, stante la globalità del fenomeno della convergenza. Anzi, a ben vedere, la natura globale di Internet pone l'esigenza di soluzioni concordate a livello internazionale e non solo comunitario, almeno con riferimento a beni primari quali la sicurezza personale, la proprietà intellettuale, la riservatezza, la criminalità informatica.
A prescindere da tale ultima annotazione e proseguendo nella disamina del Libro Verde, v'è da dire che esso, operando in chiave problematica, si limita ad indicare unicamente delle linee di sviluppo senza dare soluzioni certe.
Il primo fondamentale problema posto è quello della definizione dei nuovi servizi. Le attuali normative di settore sono legate a definizioni di attività eccessivamente rigide e non più corrispondenti alla realtà (l'esempio francese sopra riferito ne è eloquente dimostrazione).
Qualunque sia la soluzione adottata in tema di definizioni (creazione di nuove ovvero adeguamenti di quelle tradizionali), ciò che conta è il recepimento a livello normativo delle novità determinate dalla Convergenza.
E ciò innanzitutto nel senso dell'abbattimento delle barriere attuali sopra menzionate, attraverso la tutela della libera concorrenza nell'accesso alle reti ed alle infrastrutture, la riduzione dei costi di telecomunicazione, l'adeguata ed efficace protezione dei diritti di proprietà intellettuale, della privacy e dei dati personali.
In secondo luogo, attraverso l'armonizzazione della pluralità di sistemi normativi previsti per ciascun singolo settore, sia a livello di Stati Membri che a livello comunitario. Detta pluralità, infatti, rappresenta un fattore di sostanziale incertezza e di ostacolo per gli operatori economici che intendano agire trasversalmente.
E poi, ancora, attraverso la introduzione di regole chiare e di semplice interpretazione, limitate a singoli e ben individuati obiettivi ed atte al contempo a garantire la piena partecipazione in un contesto convergente.
A conclusione dello studio contenuto nel Libro Verde la Commissione individua tre possibili opzioni di sviluppo normativo: la prima potrebbe consistere nella conservazione degli attuali modelli normativi settoriali (c.d. normative 'verticali') a livello nazionale e comunitario e nell'estensione di esse ai nuovi fenomeni fin qui descritti, previa esatta individuazione delle singole fattispecie; la seconda, invece, potrebbe consistere nella creazione di una nuova normativa ad hoc, esclusivamente riservata a tali fenomeni e che si ponga al di fuori delle tradizionali normative di settore, cui pure dovrebbe affiancarsi; la terza opzione, infine, quella considerata dalla Commissione come obiettivo finale, consisterebbe nella introduzione, seppure graduale, di un unico modello normativo di carattere 'orizzontale' capace di disciplinare compiutamente la vasta gamma di servizi attuali e/o potenziali.
Numerosi sarebbero i vantaggi derivanti dalla realizzazione di tale ultima opzione. In un quadro normativo unico flessibile e globale sarebbe finalmente possibile evitare ogni discriminazione, sia con riferimento ai singoli settori economici che a livello comunitario, e comunque continuare a garantire la tutela dell'interesse pubblico.

4. CONCLUSIONI
Il merito indiscusso attribuibile al Libro Verde è quello di avere approfonditamente tracciato un quadro complessivo dei nuovi fenomeni emergenti sulla spinta della conversione tecnologica, con particolare riguardo alla necessità di delineare un quadro politico e normativo di sviluppo, a livello comunitario, capace di garantire la massima competitività degli operatori europei.
A tale scopo è stata inaugurata, nella parte conclusiva del Libro Verde, una serie di iniziative tese a dare impulso e soluzioni alle problematiche in esso delineate, consistente nella previsione di un fitto e rigido calendario di azioni future teso a coinvolgere, oltre che i principali Organi Comunitari e nazionali, anche direttamente i singoli operatori economici ed i singoli cittadini (attraverso un apposito forum on-line inaugurato sul sito web www.ispo.cec.be/convergencegp).
E', infatti, solo attraverso il contributo collettivo e la sensibilizzazione comune che sarà possibile individuare in modo chiaro e definito gli obiettivi prioritari da perseguire per una compiuta realizzazione futura della c.d. Società dell'Informazione.